martedì 26 settembre 2017

Eclissi: 11 agosto 1999

Un anno fa, dopo la conclusione della prima tappa del Viaggio del sogno premonitore, ho deciso di prendere in mano la mia carriera di scrittore. Venivo da una fase di buio creativo che mi aveva svuotato, e le mille suggestioni della trasferta francese avevano riacceso la miccia della creatività.

Ho cominciato con il personal branding, il blog, la newsletter ecc., ma naturalmente l’obiettivo vero era quello di tornare a scrivere. Sentivo l’urgenza di ricostruire un rapporto quotidiano, vivo, caldo con la scrittura, ma l’idea di iniziare con un progetto troppo ambizioso (come per esempio il secondo volume della trilogia della Colonna di Antanacara) mi intimoriva.

Così, su suggerimento della mia editor – della quale parlo spesso non perché se non lo faccio lei poi si vendica, ma perché in questa cosa del rapporto autore-editor ci credo sul serio –, ho optato per una novella, formato ideale per allenare i muscoli senza il rischio di sovraccaricarli.

martedì 5 settembre 2017

La verità sulla seconda tappa del Viaggio

La verità, tutta la verità, nient’altro che la verità sulla seconda tappa del Viaggio del sogno premonitore



C’era un volta...
Proprio così, l’incipit per eccellenza. Il modo migliore per iniziare una fiaba. E vi garantisco che è la prima cosa che mi è venuta in mente quando mi sono seduto alla scrivania, ho aperto il pc e ho cominciato a scrivere.

Mi sono stufato di parlare di scrittura e sono passato alle storielle? No, niente affatto, ma questo articolo parla della seconda tappa del Viaggio del sogno premonitore. E non ho dubbi: si tratta di una fiaba. Una fiaba vera, con le stesse regole, stilemi, atmosfera.

Ciò che ho vissuto quest’estate in Cornovaglia e in Francia assomiglia di certo più a un racconto fantastico che a una classica cronaca di viaggio. Potrei annoiarvi con un miliardo di dettagli tecnici (un pochino lo farò, ma solo citando i più divertenti) o farvi un resoconto preciso e schematico dei luoghi visitati, con consigli pratici e aneddoti da viaggiatore incallito. Invece no. L’unica cosa che voglio fare è aprire il sipario e lasciare che vi godiate uno spettacolo unico. Voglio che respiriate l’avventura che sto vivendo e voglio che siate al mio fianco quando la fiaba si sostituisce alla realtà e ci trasporta in un mondo che non credevamo possibile.